19 Dic, 2017
Università, su assegnazione borse di studio da fanalino di coda a primi in Italia
19 Dic, 2017
18 Dic, 2017
E poi ogni tanto scrivo di #Monterotondo, perché in tutti questi anni ho imparato a conoscere la bellezza e l’importanza del lavoro sociale che si fa da quelle parti.
Sabato sera ho partecipato all’inaugurazione ufficiale del murales che l’artista Millo ha fatto intorno ai muri del #Cantiere, presidio sociale e culturale di rara “giustezza” in mezzo alle case popolari di Monterotondo Scalo, al crocevia tra rigenerazione urbana e welfare di territorio.
In mezzo a una confusione festosa e dentro un’euforia contagiosa Sasà Costantino ci ha chiesto di regalare una parola al Cantiere…
Questo il risultato di chi si è avvicendato al microfono: entusiasmo fantastico grazie umanità sentimenti emozione partecipazione coraggio forza interiore orgoglio.
La mia parola è stata #futuro.
Che non è un accidente, ma qualcosa da costruire insieme.
17 Dic, 2017
Giovedì insieme tra gli altri all’assessora Lucia Valente e a Maria Grazia Passuello ho partecipato alla presentazione dello sportello di ascolto per uomini maltrattanti #ParlaconNoi dell’associazione Donne e Politiche Familiari.
Una bella occasione, per rilanciare il tema della violenza maschile sulle donne: perché le recidive sono tantissime e lo sforzo deve essere quello di trasformare sempre il conflitto in relazione.
Un’occasione preziosa, per fare il bilancio di questi cinque anni: la Regione Lazio a questo punto infatti ha completato al 100% l’attuazione della legge sulla prevenzione e il contrasto della violenza di genere.
Non la fine di un percorso, ma l’inizio di una sfida che ora ha tutte le carte in regola per essere giocata. Uomini e donne insieme.
Come ha detto Teresa Dattilo, il nostro è un “ottimismo delirante”. Possiamo vincere.
16 Dic, 2017
E’ stata una bella emozione questa mattina intervenire nell’aula magna del liceo Cavour di Roma alla conferenza sul #Sessantotto.
Il mio amico prof. Salvatore Mazziotti mi aveva chiesto una relazione su “Femminismo, rivoluzione sessuale e legge sull’aborto” e non era mica semplice per me, che nel ’68 non ero ancora nata e che nel 1978 avevo appena due anni.
Allora ho provato a ripercorrere quella stagione straordinaria vestendo esattamente i miei panni: quelli di una figlia di quelle conquiste che oggi tenta dentro e fuori dalle istituzioni di difendere quei diritti da assalti vecchi e nuovi.
La sorellanza, l’effervescenza, la libertà delle donne possono e devono fare ancora molto. Gli occhi di quelle e quei diciottenni davanti a me oggi mi hanno suggerito – nonostante tutto – che la speranza cammina.
15 Dic, 2017
14 Dic, 2017
14 Dic, 2017
13 Dic, 2017
Questa mattina sono stata al liceo Anco Marzio di #Ostia per la presentazione di WhereApp, lo sportello virtuale a supporto degli studenti per la prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo realizzato con il contributo della Regione Lazio.
E’ un progetto che nasce sull’onda della legge regionale di prevenzione e contrasto del bullismo, che il Lazio è stata la prima regione in Italia ad approvare nel 2016. Vederne oggi i primi frutti e soprattutto la sua applicazione pratica in ambiente scolastico è il modo migliore per dargli corpo e gambe, perché proprio dalla scuola siamo partiti in Consiglio regionale per affrontare e per legiferare un fenomeno così complesso e in continua evoluzione.
E proprio dalla scuola (e in modo particolare da questa scuola di Ostia), dall’educazione sentimentale e dalla gestione dei conflitti, partiamo oggi per costruire il cambiamento. Perché parlare di legalità significa anche guardare al rispetto e alla convivenza, che parte dalle relazioni e via via fa più forte l’intera società.
13 Dic, 2017
Questo post contiene due piccole grandi storie in un tempo solo, intrecciate fra loro perché entrambe hanno luogo a #Monterotondo.
La prima storia racconta di un’inaugurazione. Ieri infatti insieme al Sindaco e in una delle sale del palazzo comunale abbiamo inaugurato l’Emporio solidale de #IlPungiglione, uno dei progetti vincitori del bando contro la povertà della Regione Lazio. Un punto di distribuzione di alimenti e generi di prima necessità per i cittadini in stato di bisogno (già 1500 le persone raggiunte in soli due mesi), ma anche uno sportello d’ascolto collegato ai servizi pubblici, una rete di realtà del Terzo Settore capaci di generare a loro volta welfare di comunità.
La seconda storia è contenuta nella prima, ed è quella di Doris che nell’emporio ha trovato lavoro e di Roberta che la’ dentro sta svolgendo un tirocinio.
Doris è una ragazza nigeriana, è scappata dal suo Paese perché omosessuale, è arrivata in Italia sul barcone (lei che prima del Viaggio non aveva mai visto il mare e pensava di morirci dentro quella distesa d’acqua). Invece Doris non è morta, anzi ha una risata bella e contagiosa, e ora del suo lavoro nell’emporio di Monterotondo dice: “Ho imparato come essere accogliente”. Lei con noi.
Roberta è una donna di Fonte Nuova, il viso segnato da una vita che si intuisce difficile e dolorosa, racconta con la voce spezzata di essere arrivata su indicazione dei servizi sociali e per soddisfare il desiderio dei suoi figli di avere “una madre migliore”. Dell’emporio le piace l’incontro con la forza di Doris, che le sta anche insegnando come si usa il computer. E le piace il legame che si crea con le persone che hanno bisogno di aiuto. Lei aiuta loro.
Ecco, nella storia di Doris, Roberta e dell’emporio di Monterotondo per me c’è la prova provata che cambiare questo mondo si può, rispondendo al “welfare etnico”che sta prendendo piede nelle nostre città con uno stato sociale che sappia ribaltare gli stereotipi e i pregiudizi mettendo tutti, uomini e donne, dentro un percorso comune di crescita e dentro un destino comune.
Lo so, l’ho fatta lunga.
Ma ieri mi sono letteralmente innamorata di questa storia. E i sentimenti si sa, vogliono il loro spazio e i loro tempi.
12 Dic, 2017
Il Manifesto, Alessandra Pigliaru
Dopo la Casa internazionale delle Donne di Roma, sotto scacco da un’ipotesi di sfratto non ancora scongiurato completamente, è arrivato il turno di un altro luogo caro alle donne e alla capitale. La notizia è di ieri ma ha già fatto il giro del web: la casa delle donne Lucha y Siesta, con sede in via Lucio Sestio 10 (e che il quartiere ha conosciuto come la sottostazione Cecafumo) ha infatti ricevuto notizia di un’ipotesi di sgombero imminente. È stata l’Atac Spa, proprietaria dello stabile, a informare sia le donne che occupano da 10 anni l’immobile sia il decimo Municipio a cui afferiscono. La ragione è una vendita imminente, leggibile all’interno della crisi economica che investe l’Atac.
La possibilità che si debba abbandonare lo stabile, facendo cessare tutte le attività politiche e sociali (prima di tutto quella di contrasto alla violenza sulle donne) che hanno reso quel luogo punto nevralgico e irrinunciabile per molte e molti, è inaccettabile. Lo dicono bene nel comunicato stampa diffuso ieri, piuttosto chiaro soprattutto nella istanza radicale: «Non intendiamo essere le macerie di un’operazione che minaccia il valore sociale di una storia decennale per sanare anni di scandali e mala gestione economica», si legge. Lucha y Siesta è «luogo di incontro fra storie di vita, coraggio, sogno e desiderio e di relazioni per la costruzione di traiettorie di uscita dalla violenza». Centro antiviolenza «laico e femminista», è anche conosciuto come «laboratorio di progettazione sociale e di partecipazione a partire dai propri desideri e dalle proprie capacità. Lucha è una rete per l’orientamento al lavoro e alla formazione, per l’assistenza legale e il sostegno psicologico nei percorsi individuali e collettivi di autonomia delle donne».
E se, anche in questo caso, il progetto di sfratto deve essere collocato in una mentalità generale di «messa a reddito», trattandosi di un privato sarebbe ugualmente irricevibile il silenzio del Comune sulla vicenda. La sollecitazione è arrivata nella serata di ieri da Marta Bonafoni, consigliera regionale di Insieme per il Lazio che, in una nota, evidenzia come la Regione abbia colto il valore del progetto, finanziando le attività riguardanti l’autonomia delle donne vittime di violenza maschile con il bando per l’inclusione sociale e con un ulteriore bando rivolto alle associazioni impegnate nella promozione e nel rispetto delle differenze di genere. Per questo l’assessora alle Politiche sociali Rita Visini, ha inviato una lettera all’assessora capitolina Baldassarre, «per chiedere rassicurazioni sul prosieguo di questa esperienza».
Un tale scenario non riguarda solo Roma ma tutti i centri che con fatica tengono vive le proprie attività e che fanno politica attiva sui territori; quando si attacca la libertà femminile è il senso generale che deve essere compreso, quello di una perdita enorme per tutte e tutti. Lucha y Siesta, come proseguono le ragazze del collettivo, è uno spazio liberato che merita di essere vissuto. E di questo si pretende certezza, senza indietreggiare neppure di un millimetro.