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18 Mag, 2016

Il referendum e la guerra dei due mondi

Stefano Folli, La Repubblica

Mancano cinque mesi al referendum costituzionale e i toni della campagna elettorale sono già molto acuti. Al punto che vien da domandarsi cosa accadrà in settembre, quando saremo quasi a ridosso del voto.
Di solito gli argomenti più forti e polemici si conservano per il gran finale propagandistico. Stavolta vengono già sparati nell’aria come missili letali.

17 Mag, 2016

Giornata mondiale contro l’omofobia, Arcigay: “In un anno almeno 104 episodi”

Susanna Picone, FanPage

Il report stilato da Arcigay in occasione della Giornata internazionale contro omofobia, transfobia e bifobia che si celebra il 17 maggio in tutto il mondo: “Di omofobia e transfobia in Italia si muore ancora”.

Nel report stilato da Arcigay in occasione della Giornata internazionale contro omofobia, transfobia e bifobia che si celebra oggi, 17 maggio, in tutto il mondo, compaiono 104 episodi di omotransfobia. Il report si basa sul monitoraggio delle fonti giornalistiche e riporta quindi solo avvenimenti registrati in Italia e segnalati sui media nel periodo compreso tra il 17 maggio 2015 a oggi.

Per questo, secondo quanto denuncia l’associazione, il numero degli eventi intercettati rappresenta solo la punta dell’iceberg del fenomeno. Per Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay, in Italia si omofobia e transfobia si muore ancora: “Lo testimoniano i due omicidi e i due suicidi che compaiono nel rapporto, assieme a tutti gli altri sommersi, invisibili. Non solo: le persone lgbt sono socialmente fragili, esposte a pericoli peculiari della loro condizione.
Le persone omosessuali e transessuali sono bersagli privilegiati di rapine, pestaggi, stupri. Inoltre, gay e lesbiche quando non visibili diventano bersagli di ricatti ed estorsioni. E, come le persone trans, sono di frequente fatte oggetto di derisione, di insulti, di limitazioni alle libertà personali, di discriminazioni, di bullismo a scuola, di mobbing sul lavoro”.

Non esiste un identikit dell’omofobo – Secondo l’associazione non è possibile fare un identikit dell’omofobo: “Nel nostro report ci sono omofobi appartenenti alla classe dirigente, politici, funzionari pubblici, commercianti, studenti, padri e madri di famiglia. Sono italiani o stranieri. E soprattutto sono giovani o vecchi. L’omofobia, insomma, non ha età, ruolo sociale, provenienza geografica, estrazione economica o culturale. È ovunque e colpisce le persone lgbt indistintamente, da sole, in coppia o in gruppo, nei luoghi affollati e in quelli isolati, di notte o in pieno sole”, spiega Arcigay. Ciò che chiede l’associazione è sicuramente una legge contro l’omotransfobia ma anche azioni culturali e di welfare per sgretolare il pregiudizio e sostenere le vittime. “Questo è l’auspicio che rinnoviamo in occasione della Giornata Internazionale e che consegniamo alle istituzioni assieme al pensiero per tutte le vittime. Anche per loro dobbiamo trasformare l’Italia in un Paese migliore”, ha detto Piazzoni.

“Ue si impegna in difesa dei diritti” – Intanto, alla vigilia della Giornata mondiale contro l’omofobia, il “forte impegno” dell’Unione europea in difesa della dignità e della parità di tutti gli esseri umani indipendentemente dai loro orientamenti sessuali è stato ribadito dall’Alto rappresentante Federica Mogherini. “L’Ue – ha detto Mogherini – rinnova il suo appello a tutti i governi del mondo per il rispetto dei diritti umani, per respingere l’intolleranza e promuovere la parità di genere. E rende omaggio a tutti coloro – difensori dei diritti umani, giornalisti, attivisti, organizzazioni della società civile – che si battono quotidianamente su questo fronte”.

16 Mag, 2016

Consiglio Regionale

Giovedì 30 giugno 2016, ore 1o
Consiglio Regionale del Lazio

La seduta si aprirà con il “question time”. Tra gli argomenti all’ordine del giorno che rimangono da trattare, la proposta di legge n. 210 “Legge quadro a sostegno del pluralismo dell’informazione e della comunicazione istituzionale” e la proposta di legge n. 255 sugli interventi di lotta al tabagismo per la tutela della salute e dell’ambiente.

Convocazione e ordine del giorno della seduta n. 56
Aggiornamento seduta n. 56
– Question time del 30 giugno 2016
Integrazione dell’ordine del giorno della seduta n.56
Integrazione dell’ordine del giorno della seduta n.56

15 Mag, 2016

Bella giornata al lago Ex Snia

Appena entrata alle 10 di questa mattina l’incontro più numeroso: una mamma germano con dietro a scappare frenetici almeno una decina di piccoletti.

Poi la competenza delle guide, l’entusiasmo dei naturalisti e la cura del comitato e della gente del quartiere, che ci aiuta a procedere dritti verso l’istituzione del Monumento Naturale del Lago Exsnia.

Un grazie particolare alla Direzione Parchi della Regione Lazio, al grande Vito Consoli, all’assessore Mauro Buschini che ha dimostrato sensibilità e interesse sin da subito per una buona causa!

14 Mag, 2016

Aborto, troppi obiettori. E a Roma il San Camillo assume solo chi applica la 194

Paola Rosa Adragna, La Repubblica

Due nuovi ginecologi non obiettori varcheranno la soglia dell’ospedale San Camillo di Roma. La Regione Lazio ha indetto un concorso specifico per assumere due medici dirigenti di Ostetricia e Ginecologia che applichino la legge 194 sul diritto all’interruzione volontaria di gravidanza e il primo ha già preso servizio. Per la prima volta in Italia un ospedale mette a bando due posizioni “blindate”, per tutelare il servizio e garantire alle donne il rispetto del proprio diritto di scelta.

Il caso
“Nel Lazio – spiega il presidente della Regione Nicola Zingaretti – è stata compiuta una vera e propria rivoluzione. Tenendo conto del numero sempre in aumento degli obiettori di coscienza, ma soprattutto per contrastare la piaga dell’aborto clandestino, abbiamo operato in questi anni per garantire alle donne il diritto di interrompere la gravidanza senza nessun pericolo per la loro salute”. Malgrado la legge sia entrata in vigore nel 1978 e sia stata confermata da due referendum popolari, tuttora esistono problematiche nella sua applicazione.

I dati
Secondo l’ultimo rapporto del ministero della Salute 7 medici su 10 sono obiettori e l’interruzione volontaria di gravidanza è praticata nel 60% delle strutture. Ma associazioni come Laiga (Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194/78) o Vita di Donna denunciano una realtà diversa. La stessa che ha portato il Consiglio d’Europa ad accusare l’Italia di discriminare medici e operatori che non hanno optato per l’obiezione di coscienza.

Per esempio nelle 16 strutture laziali che forniscono il servizio IVG – solo 5 delle quali eseguono anche aborti terapeutici – i medici non obiettori compiono in media 4 interruzioni a settimana a testa, contro una media nazionale dell’1,6. Senza contare che le donne che scelgono di abortire si imbattono in liste d’attesa che vanno dagli 8 ai 20 giorni se l’interruzione è di tipo chirurgico.

La pillola Ru486
L’aborto farmacologico ancora fatica a prendere piede, nonostante l’Organizzazione mondiale della sanità lo indichi come metodo da preferire entro le 9 settimane di gravidanza. A parte il San Camillo, che da gennaio di quest’anno ha effettuato 216 IVG tramite la pillola Ru486, la media nelle altre 8 strutture è di circa 35. “E pensare che in Francia – spiega la dottoressa Giovanna Scassellati, responsabile del Day Hospital-Day Surgery 194 del San Camillo – è un metodo molto diffuso. Il farmaco viene somministrato dal medico di base, sotto la supervisione dell’ospedale”. E i vantaggi sono tanti: per la donna, che non deve sottoporsi a un intervento, e per i medici, che vedono diminuire il flusso di pazienti.

L’assunzione di due nuovi medici non obiettori si inserisce in un quadro di miglioramento delle condizioni di lavoro della categoria, ma soprattutto in un percorso di tutela sempre maggiore della donna e del suo diritto di scelta, sancito dalla 194. “Interrompere una gravidanza è un evento difficile per qualsiasi donna – conclude Zingaretti – e le istituzioni hanno il dovere di garantire la giusta assistenza”.

12 Mag, 2016

L’emergenza abitativa non si risolve con le cariche

C’è un grande tema a Roma, quello della casa, che non è più rinviabile ma che necessita di una particolare attenzione. La risposta non può essere quella di oggi, non possono essere le cariche contro i manifestanti, perché capaci solo di inasprire il conflitto sociale senza fornire risposte a chi chiede dignità e giustizia sociale. La delibera regionale è stato un primo passo importante per affrontare il tema dell’emergenza abitativa, ma di fatto non può essere l’unico. Anche il Comune deve fare la sua parte, che non può essere certo quella di chi carica e spara lacrimogeni contro i manifestanti. Un pessimo finale di partita per il commissario Tronca.