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1762 detenuti in spazi in grado di alloggiarne 1250, 650 agenti in organico a fronte di un’esigenza di almeno 900 uomini.
Basterebbero solo queste due cifre per rendere evidente la situazione di grave sovraffollamento di Rebibbia Nuovo complesso, e sottoscrivere in pieno il monito lanciato dalla Ministra Cancellieri sulla necessità di accelerare i tempi per  sfollare le carceri e far diminuire il numero di suicidi dietro le sbarre”.

La situazione di sovraffollamento a Rebibbia è evidente anche solo camminando nei vari reparti del carcere. Particolarmente acuta quella
che nelle ex sale ping-pong, trasformate in dormitori dove, 13 detenuti sono costretti ad una convivenza ai limiti della dignità umana. Anche i servizi igienici risentono degli effetti del sovrautilizzo, dalle latrine alle docce i detenuti ci hanno raccontato che gli piove in testa e i muri sono letteralmente mangiati dall’umidità. Molto delicata anche la situazione sanitaria.

Pur in presenza di un reparto ambulatoriale di eccellenza e di un personale medico e infermieristico di alta professionalità, come testimoniato dagli addetti ai lavori, i servizi sono inadeguati a garantire un’adeguata assistenza ai detenuti. Mancano tra gli altri, psichiatri e psicologi: figure fondamentali all’interno degli istituti di pena. Occorre accelerare ogni procedimento capace di svuotare le carceri, a cominciare dai detenuti in attesa di giudizio, dagli stranieri reclusi per effetti della legge Bossi – Fini e dai tossicodipendenti vittime della ‘indegna’ legge Fini-Giovanardi.

Di sicuro non è garantito il diritto alla salute per quelli che sono, prima che reclusi, cittadini del nostro Paese. Nella nostra regione come denunciato dal Garante dei detenuti Angiolo Marroni, la diminuzione del sovraffollamento conseguente al Decreto Cancellieri, procede più lentamente che nelle altre regioni d’Italia, e nel frattempo drammaticamente detenuti più deboli e soli decidono di non poter proseguire oltre con la vita dietro le sbarre.

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